Lo Sviluppo  


Ma che cos’è il Mono Baladin? È il ritorno all’analogico dei sistemi HI-FI. Segue una filosofia che coniuga le cose semplici con l’evoluzione dei tempi. Da un duo di appassionati nasce il progetto di una monogamia sonora nel senso di rinascita del gusto dell’ascolto di sonorità di altri tempi in cuil’esaltazione o, peggio, la contraffazione del suono non era certamente l’obiettivo di chi costruiva impianti audio.

La voglia ed il desiderio di ricreare queste ormai dimenticate sonorità, vestirle e renderle disponibili a chi ancora ha la passione del suono fa affiancare ai due un quartetto. Un’artista di fama internazionale e di grande abilità creativa si unisce ad un architetto dal gusto originale ed insieme provvedono a cucire i abiti che dovranno vestire le nuove nascenti macchine monofoniche.

Nel frattempo, un dinamico ingegnere provvede a rendere reale questo sogno. Progetti, assemblaggio e cablaggi sono ormai avviati, non rimane che un piccolo spazio per l’ultimo musicista di questa strana orchestra per comunicare questo vecchio progetto e, infine, dedicarlo a chi nella musica trova gioia, speranza e vita: gli amici dell’Associazione Culturale Baladin. Proprio all’associazione culturale viene dedicata un’asta dove gli 8 esemplari di Mono Baladin - unici e numerati - verranno messi in vendita completi del proprio amplificatore rigorosamente monofonico per ottenere le risorse che serviranno a sostenere le numerose iniziative rivolte proprio all’arte della musica.

Oggi gli 8 Mono Baladin sono sparsi in Italia e oltreoceano. Il gruppo di lavoro che ha realizzato questi pezzi unici era composto da: Teo, per l’idea; Bruno Petrosillo, per la realizzazione; Marina Obradovich, per l’arte; Barbara Soddu, per il gusto; Pier Viviano, per la tecnica e Alessio “Islaz” Franzoso per la comunicazione.

“ORIENTAL TALES”

Il lontano ricordo di un viaggio ad Essaouira per ascoltare antichi ed ipnotici suoni della musica Gnawa o forse, ancora più lontano nel tempo, per perderci nelle notti berbere tra il vento del deserto…

“AMMAMI”

Un ridere che si perde nella sua bocca quando mi prende fra le sue braccia e mi parla a bassa voce: je voie la vie en rose…“MI CHIAMANO MIMÍ”

Parigi, una vecchia mansarda ed una gelida manina. Quando il grande carrozzone dell’opera lirica vi stordisce la mente, chiudete gli occhi e nulla sarà più come prima.


“… EDONISTICHE TENTAZIONI…”

Quando la luna è nella Settima casa e Giove si allinea con Marte, allora la pace guiderà i pianeti e l’amore condurrà le stelle: una reale libertà di pensiero e sarà l’Era dell’Acquario.

“WASHING MADNESS”

Un morbido incontro con il minimalismo. Black and white, bianco e nero, passione e virtuosismo tecnico sulle note di un frenetico secolo di jazz.

“POPULAR SEVENTIES”

Tra mille bolle blu e zebre a pois la memoria non è ancora troppo offuscata e la nostra infanzia si è riaffacciata tra mille pensieri. Un po’ come tornare a casa per pranzo: in cucina il tavolo di formica rosso (o forse verde mela) ci sta ancora aspettando.

“JUNGLE FEVER”

Grande sfida l’incontro tra passato e futuro, tra l’arte e la strada; grandi e controversi i risultati. Come diceva un saggio dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior… (citazione di Fabrizio De André).

“ZIA PETUNIA”

Quando si sognavano mille lire al mese e le donne di casa si pulivano le mani sui grembiuli a fiori appena finito d’impastare la sfoglia per le tagliatelle della domenica.

“L’AMPLIFICATORE”

Un oggetto di culto, valvole come flebili luci dei quartieri dell’America degli anni cinquanta: l’America che riecheggia e trasborda nell’Italia del boom economico degli anni sessanta… ed è subito musica!