Teo, come nasce il Beermouth di Baladin?

Raccontare Teo Musso è semplice. Perché i suoi concetti, per quanto innovativi, hanno tutti una concretizzazione nella realtà: sono i prodotti che Baladin ha creato. Per esempio, prendiamo il Beermouth: per chi non lo hai mai assaggiato basti pensare all'opulenza stordente di una Xyauyù, amplificarla con un mix di 13 botaniche estratte in maniera del tutto innovativa, il tutto espresso in un corpo vispo e scattante che ne facilita il consumo. Ebbene, questo prodotto ha dato vita all'ennesima frontiera: qualcosa che non c'era e oggi c'è. E sempre di questo abbiamo parlato proprio con Teo.

 

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Teo, qual è il tuo rapporto con il Vermouth?

Da buon piemontese è un prodotto che amo molto. Il Vermouth con ghiaccio è un aperitivo piacevolissimo, ma per me significa soprattutto dopocena. In fatto di gusti, amo il classico: un Carpano Antica Formula mi fa sempre spuntare la lacrimuccia.

 

Come nasce l'idea del Beermouth di Baladin?
Il prodotto è nato due anni fa, al termine di un percorso di riflessione sulla Xyauyù, una birra ossidata per natura, che si presta perfettamente per la trasformazione in un’interpretazione di vermouth o in un amaro. La spinta all'azione è venuta da un incontro sconvolgente con Dennis Zoppi, in una serata dove trasformava la nostra birra Baladin Metodo Classico in un beer cocktail. Decidiamo così di lavorare assieme, con il coinvolgimento del suo amico Giacomo Donadio, per rileggere il concetto di vermouth e creare un prodotto totalmente nuovo.



Il nome quando è arrivato?
Subito! E ci ha “gasato” come non so cosa.



È un concentrato di innovazione, anche per le tecniche di estrazione. Cosa è successo in laboratorio durante la sua genesi?

Intanto bisogna dire che il laboratorio non esisteva, lo abbiamo creato in pochi mesi. Siamo così partiti con le sperimentazioni: dalle classiche estrazioni idroalcoliche per infusione, siamo passati a nuove tecniche come gli ultrasuoni e la distillazione sottovuoto a bassa temperatura. La volontà era di preservare al meglio la fragranza di ogni singola botanica. Sono state settimane intense, a volte tiravamo tutta la notte, presi dal nostro progetto.



Ecco nato il Beermouth di Baladin. Cosa significa per te?

Tutte le volte che me ne verso un goccio ripercorro un viaggio all'indietro nel tempo. Torno ai sapori e ai profumi di quando ero ragazzino, ai capodanni in casa con gli amici. Abbiamo dato vita a un prodotto del tutto nuovo, ma i suoi sapori sono inconfondibilmente vecchi. E questo mi piace un casino.



Certo c'è voluto coraggio a toccare una birra icona come la Xyauyù 

È impossibile migliorare la Xyauyù. Ma io non berrei mai una Xyauyù all’aperitivo, né ci metterei mai del ghiaccio al suo interno. Il Beermouth è un'altra cosa, sebbene sia composto all'89% da birra. L'acrobazia di amari e fiori al suo interno lo fanno diventare assolutamente un bere diverso. 

Da una birra da divano siamo passati a una bevanda spiritosa che, pur essendo più alcolica e con più aromi, si trasforma in una bevuta più sbarazzina.

 

E perfetto per la miscelazione..

Ha un'eleganza e una freschezza molto originale e particolare. Sa essere complesso e semplice allo stesso tempo. E con un'acqua tonica, in un Beermouth and tonic, diventa un aperitivo irresistibile. Così ho voluto iniziare un lavoro sulla tonica, per raggiungere il binomio perfetto. Volevo una tonica che si legasse al nostro territorio. 

 

Nasce così la Tonica al fieno Baladin.
Sì. Una sera ho avuto una sorta di illuminazione, passeggiando vicino a un taglio maggengo sul fondovalle, di fianco al birrificio. Ho sentito quel profumo inconfondibile, e ho pensato di una fare un bel taglio di erbe montane, di essiccarle e di farne un'estrazione come caratterizzante per una tonica. Ne è uscita una versione interessantissima, molto particolare: è come se uno si bevesse una tonica coricato in un fienile. Perfetta in miscelazione con il Beermouth.



Ci racconti un aneddoto?
Ho un ricordo divertente, legato al periodo della lavorazione. Ci siamo fatti prendere dal progetto, e abbiamo fatto nottate dopo nottate, per una ventina di giorni, a lavorare instancabilmente. In quel delirio, a un certo punto ci siamo inventati una canzoncina legata al nome del fornitore di una parte delle spezie, tal Breseghello. Così per giorni ci siamo messi a canticchiare il suo cognome “Breseghello, Breseghello” a ripetizione, come se fosse un nostro idolo. Effetti della distillazione, sicuramente.

 

Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Ci dobbiamo aspettare qualcosa?

Stiamo lavorando a un ready to drink, con il Beermouth e la Tonica al fieno. Sarebbe la chiusura del cerchio e un buon modo per dare a tutti un prodotto intrigante già pronto da consumare.

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