La degustazione di Baladin Metodo Classico 60 mesi

Lo champagne aiuta la meraviglia.
(George Sand) 

Può esistere una birra Metodo Classico? Certo che sì, purché le bottiglie siano sottoposte alle stesse procedure di remouage, finalizzate a collocare in punta le fecce di lievito, e sboccatura che hanno reso celebri i vini della regione di Reims.

Del resto anche i passi antecedenti a queste due fasi, ossia la rifermentazione con zuccheri e lieviti che ha lo scopo di portare la bevanda alla giusta quantità di carbonazione (presa di spuma) e al corretto livello di residuo zuccherino (attenuazione), accomunano le birre rifermentate in bottiglia agli spumanti e anche ai sempre più di tendenza e diffusi vini rifermentati con metodo ancestrale.

Cuvée è invece un termine che ha in enologia utilizzi molto diversi: nella spumantizzazione indica di solito l'assemblaggio di vini base di annate diverse ed è dunque contrapposto a millesimato. Nel caso della Metodo Classico Baladin 60 mesi, che è, al contrario, proprio frutto di un solo millesimo (o lotto produttivo), assume invece il significato, anch’esso diffuso in ambito enoico, di produzione più pregiata di una cantina.

La maturazione di Baladin Metodo Classico 60 Mesi

La 60 Mesi è poi il secondo capitolo di un racconto che già aveva sorpreso e affascinato nella sua prima parte. 2577 bottiglie ricavate dalla cotta dell'8 giugno 2017 che aveva dato vita alla Cuvée 36 mesi sono state, infatti, lasciate riposare altri due anni in cantina per giungere al tempo di maturazione tipico delle più pregiate selezioni di champagne e spumanti per poi venire sboccate nel gennaio 2023.

Identica, rispetto alla sorella minore, è la prestigiosa confezione che la racchiude: una bottiglia champagnotta da ben 900 grammi di peso, la cui robustezza è indispensabile per affrontare la lunga rifermentazione e che richiama le prime bottiglie Baladin disegnate da Teo Musso, inserita in una scatola color ghiaccio decorata a motivi floreali simile a quelle impiegate nel mondo dei distillati di pregio.

Degustiamo virtualmente Baladin Metodo Classico 60 Mesi

 

Diverse, pur con una percepibile parentela, le sensazioni gustolfattive che la Cuvée 60 mesi regala dopo lo stappo e il conseguente allegro “botto” causato dalla fuoriuscita di anidride carbonica. La prima sorpresa che la Metodo Classico di un lustro ci regala è la sua versatilità: servita più fredda, tra gli 8°C e i 10°C, può infatti accompagnare un aperitivo raffinato con tartine ricche di salse, carpacci di pesce o formaggi sapidi; a temperatura più alta, tra i 12°C e i 14°C può invece accostarsi ai dolci a base di frutta secca o in composta, panettone in primis, e cioccolato bianco o fungere da birra da conversazione a fine serata.

Anche un sapiente uso dei bicchieri coadiuva la sua capacità di cambiare pelle: un flûte ne valorizza infatti le componenti più verticali, l'acidità e i sentori erbacei e officinali, il TeKu o una coppa da spumante dolce amplifica le sensazioni speziate e quelle fruttate più calde e opulente.

Il colore è ambrato carico, da oro antico, velato da una leggera opalescenza e coronato da una schiuma color avorio molto abbondante e fine quanto crepitante e decisamente evanescente, analoga a quella di una spumante.
L'olfazione dona in prima battuta mature sensazioni di alchechengi, albicocca disidratata, caco, dattero e marmellata di arance amare con un chiaro tocco di pan brioche e di nobili note ossidative.

Qualche secondo di permanenza nel bicchiere permette di sprigionare un carattere speziato che assume ricordi di genziana, tiglio e timo essiccato se è servita in un flûte, zenzero e pepe bianco se la si gusta in un TeKu e pepe nero, contrapposto piacevolmente a un ricco sentore di pesca sciroppata, se si opta per una coppa ampia.

Il sorso disvela una carbonazione vivace ma decisamente fine che aiuta la beva e un corpo di media rotondità; al gusto la trama di ossidazioni nobili già avvertita all'olfatto assume una decisa rilevanza e trova un piacevole contrasto in una chiara nota acidula di lati della lingua e in una percepibile sapidità.

Il profilo aromatico si disegna con una pienezza maltata rinforzata da caldi ricordi di pan brioche, composta di cachi, confettura di albicocche e cioccolato bianco piacevolmente contrappuntati, oltre che dalla frizzantezza, da sentori di zenzero, genziana e tiglio che permangono anche nel lungo retrolfatto insieme a un elegante calore etilico che ci rammenta, giusto in extremis, l'elevato tenore alcolico della Cuvée 60 Mesi.

 

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