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Caratteristiche e ingredienti delle birre al miele

Scritto da Staff Baladin | 12-ott-2021 9.28.00

Il miele e la birra sono due prodotti – anzi, due alimenti, secondo la concezione più tradizionale – che la civiltà umana conosce da millenni. Non deve dunque meravigliare se a un certo punto i loro destini si siano incrociati: il miele è probabilmente uno dei primi ingredienti che l’uomo ha usato per fornire aromi e zuccheri durante la produzione della birra. 

Il retaggio di quell’antica consuetudine è oggi rappresentata dalle birre al miele, che costituiscono una minuscola nicchia produttiva nell’immensa varietà offerta dalla nostra bevanda. Oggi non è semplice trovare sul mercato birre prodotte con il prezioso “nettare degli dei”, anche perché spesso il suo impiego è erroneamente associato all’idea di una bevanda dolce: un elemento non certo vantaggioso rispetto alla moderna concezione promossa dalla rivoluzione della birra artigianale, che tende a premiare l’amaro proprio in contrapposizione al dolce. 

 

 

Le antiche origini delle birre al miele

In passato invece l’utilizzo di miele nella produzione brassicola fu molto diffuso, come testimoniano diverse bevande a cavallo tra i due mondi. La più celebre fu il Braggot, un fermentato di miele e malto d’orzo che cominciò a svilupparsi nel primo millennio avanti Cristo per opera dei Pitti, una popolazione (probabilmente pre-celtica) stabilitasi nei territori della moderna Scozia. La tradizione vuole che il Braggot sia realizzato con parti uguali di malto e miele e che quest’ultimo sia aggiunto durante la bollitura oppure successivamente, nella fase fermentativa della birra. È inoltre prevista una aromatizzazione tramite l’aggiunta di spezie come coriandolo, noce moscata, anice stellato, bacche di ginepro e chiodi di garofano. 

Come bevanda il Braggot non è mai scomparso definitivamente e dunque è ancora possibile trovare alcune rare interpretazioni, sebbene i vincoli produttivi siano molto vaghi: il rapporto tra malto e miele può essere molto variabile, così come il colore, il tipo di miele e le caratteristiche organolettiche finali. Inoltre non è escluso il ricorso a tecniche particolari, come l’impiego di malti affumicati, l’affinamento in legno o l’interferenza controllata di microrganismi non ortodossi. Addirittura ancora oggi alcune locande preparano il loro Braggot direttamente al bancone, miscelando birra, idromele e spezie.

Dunque possiamo considerare le moderne birre al miele come un’evoluzione di antiche bevande ancestrali. 

 

Le birre al miele oggi

Nonostante il loro importante passato, le birre al miele non rappresentano uno stile a sé stante per diversi motivi. Innanzitutto, come già accennato, le birre al miele sono scarsamente presenti sul mercato e lamentano l’assenza di un riferimento storico preciso in senso strettamente brassicolo.

Inoltre, l’espressione “birre al miele” – o la controparte inglese, “honey beer” – abbraccia una moltitudine di creazioni teoricamente molto diverse tra loro. Il miele infatti può essere aggiunto ad alte o basse fermentazioni, birre leggere o molto alcoliche, produzioni che partono da stili precisi o altre che invece sono totalmente sperimentali. 

Inutile poi sottolineare che il tipo di miele incide in maniera decisiva a livello aromatico e dunque le possibili combinazioni sono virtualmente infinite, considerando la grande varietà che parimenti contraddistingue il celebre “nettare degli dei”.

Bisogna inoltre considerare il miele non solo come un ingrediente per aromatizzare la birra, ma anche come una fonte zuccherina. Ciò non significa che conferisce dolcezza alla birra, o meglio non sempre: se impiegato dopo la fermentazione (o alla fine della stessa), effettivamente il prodotto finale risulterà più dolce; se però il miele entra in gioco prima e partecipa alla fase di metabolismo del lievito, quest’ultimo tenderà a trasformarne completamente gli zuccheri, che sono per lo più semplici (glucosio e fruttosio). L’effetto sarà di aumentare la percezione di secchezza, rendere il corpo più snello e alzare il tenore alcolico, oltre ad aggiungere un ventaglio di aromi aggiuntivi che dipendono dalla varietà dell’ingrediente speciale.

 

Le honey beer in giro per il mondo

Sebbene poco diffuse, le birre al miele sono oggi prodotte nei più importanti paesi brassicoli. Il Belgio vanta una certa tradizione relativamente a questa tipologia, anche grazie alla storica propensione dei birrai di usare spezie e ingredienti particolari nelle loro birre. Molteplici sono le Honey Beer statunitensi, anche perché gli USA rappresentano il terzo produttore al mondo di miele. 

Infine ne esistono anche diverse incarnazioni italiane: come in altri casi i nostri birrai possono sperimentare l’impiego di numerosi mieli locali, espressione della straordinaria biodiversità del nostro paese. In tutti i casi (o quasi) il miele utilizzato dai birrifici artigianali non è mai industriale, bensì proviene da piccoli produttori in grado di assicurare la qualità del prodotto finale.